Litoterapia medievale illustrata in Hortus sanitatis, 1483.
APPROFONDIMENTO STORICO-ARTISTICO
Dal mondo classico al Medioevo, le proprietà e gli effetti dei minerali furono oggetto di speculazione religiosa, filosofica e alchemica.
Nell’Antico Testamento della Bibbia viene descritto il Razionale del Giudizio, ornamento incastonato con 12 pietre preziose a simboleggiare le 12 tribù di Israele. Tale paramento veniva indossato dal sommo sacerdote quando doveva prendere decisioni di grande importanza. In particolare gli Ebrei ritenevano che l’ametista potesse aiutare il sacerdote a connettersi con il Divino ed a decidere saggiamente.
Razionale del Giudizio, ornamento del rabbino capo descritto nella Bibbia.
La cultura cristiana associava una pietra a ciascuno dei 12 apostoli ed ugualmente all’ametista veniva riconosciuto il potere di connettere al Divino, per questa ragione viene da sempre usata per gli ornamenti di vescovi e cardinali.
Anello vescovile in ametista e oro del XIV secolo.
Risale al 1500 a.C. il “Papirus Ebers”, un manoscritto rinvenuto in Egitto dove venivano riportati programmi terapeutici che prevedevano la somministrazione di pietre preziose e minerali quali alabastro, antimonio, ematite, lapislazuli, ferro, piombo, rame.
Il Papiro Ebers del 1500 a.C. prevede rimedi medicinali egizi che contengono gemme e metalli.
Per quanto riguarda l’India, risalgono al primo millenio a.C. i testi vedici della Garuda Purana e della Graha-gocara Jyautisha in cui vengono descritte l’origine e le caratteristiche terapeutiche di 14 gemme.
Garuda Purana, testo indiano del 1000 a.C. che illustra le proprietà terapeutiche di 14 gemme.
Alle pietre era attribuito un preciso influsso terapeutico, specifico per ciascuna patologia, come riportato nella “Naturalis historia” di Plinio (libri dal XXXIII al XXXVII). Ad esempio nel libro 37, par. 28 vengono illustrati usi medici dei cristalli per cauterizzare e favorire la cicatrizzazione delle ferite; al par. 44 riferisce l’uso dell’ambra per guarire tonsilliti e mal di gola.
Naturalis Historia di Plinio, editio princeps, Venezia, Giovanni da Spira, 1469.
Nel Trattato “Sulle rocce” di Teofrasto, oltre a trattare in modo sistematico le caratteristiche fisiche delle medesime, l’autore fa ad esempio riferimento nei par. 23 e 24 agli effetti terapeutici degli smeraldi sugli occhi.
Teofrasto 371-287 a.C., Lesbo-Atene.
Viceversa nell’antica Cina, a testimonianza dell’uso di minerali da parte della medicina tradizionale cinese, risulta la scoperta di un medicamento ritrovato in una tomba di famiglia della dinastia Song, come descritto nell’articolo:“Calomel (Hg2Cl2) and calcined stalactite/stalagmite were identified, and they presumably served as a traditional Chinese medicine for curing ‘Jiaoqi’ disease which is often referenced in contemporary historical texts. This paper provides the first direct evidence for minerals being used for medical purposes in ancient China, and also proves its medical effect for relieving the symptoms of Lv Qianrong’s Jiaoqi disease. These findings further provide new clues for studying Chinese medical history.”, tratto da Discovery of ancient mineral medicine in the Lv family tomb of the Northern Song dynasty (1074–1111 ce), Y. Gong C. Li Y. Zhang D. Gong (sept 2018).
Contenitore di rimedi minerali rinvenuto in Cina in una tomba della dinastia Song 1074-1111 d.C.
Per quanto riguarda l’antica Persia, il contributo fondamentale di Avicenna (Ibn-Sina) (980-1037) allargò i confini del sapere con la sua colossale opera Kitab AI-Shifa, un trattato enciclopedico di filosofia e scienze naturali composto da diciotto volumi scritti tra il 1014 e il 1020 e con il fondamentale “Canone della medicina”. Noto soprattutto per i suoi studi in filosofia e in medicina, tanto da essere considerato il padre della medicina moderna, Avicenna nacque molto probabilmente in una regione dell’attuale Afghanistan, dove iniziò la sua formazione sugli scritti di Aristotele. Nella quinta sezione della parte II dell’opera suddetta, nel saggio Mineralogia e Meteorologia, Avicenna compendia l’intero sapere orientale sulla Terra.
Avicenna, Canone della medicina, 1597.
Le uniche parti della sua monumentale enciclopedia, tradotta in età medioevale, di cui si ha notizia, sono i trattati di logica (Logica), di filosofia (Sufficientia o Communia naturalium e Metafisica) e di psicologia (Liber IV Naturalium). L’ultimo di questi libri comprende sei capitoli, ognuno dei quali dedicato a processi naturali: 1) formazione delle montagne; 2) ruolo delle montagne nella formazione delle nuvole; 3) acque sotterranee; 4) origine dei terremoti; 5) formazione dei minerali; 6) diversi tipi di terre. In quest’ultimo capitolo, l’autore suddivide i materiali della Terra in quattro gruppi: 1) pietre e terre; 2) metalli; 3) materiali combustibili e minerali sulfurei; 4) sali. Viceversa il suo Canone della Medicina è suddiviso in 5 libri (Book I, general anatomy and the principles of medicine; Book II, pharmacology; Book III, diseases of the special organs; Book IV, general medical conditions; and Book V, formulary) il quinto dei quali è un formulario di medicinali in cui tratta tra l’altro degli specifici rimedi minerali adatti alle patologie ed è tuttora utilizzato per indirizzare la ricerca scientifica (come risulta dall’articolo di seguito citato).
“Ibn-Sina’s life and contributions to medicinal therapies of kidney calculi”, Pouya Faridi 1, Jamshid Roozbeh, Abdoali (testo integrale qui) September 2012, Iranian Journal of kidney deseases.
“Ibn-Sina (commonly known as Avicenna) is one of the most famous and influential scientists in the history of medicine. The Canon of Medicine, which is his most celebrated book in medicine, presents a summary of all the medical knowledge of his time. Ibn-Sina wrote a complete section about kidney calculi in his book. Totally, 65 herbal, 8 animal, and 4 mineral medicines are mentioned in the Canon of Medicine as beneficial drugs for dissolving, expelling, and preventing kidney calculi. Ibn-Sina introduced very advanced drug designing based on drug delivery, targeting the organ, deposition in the site of action, pain control, wound healing, clearance after action, and supporting the organ. Using Ibn-Sina’s ideas help scientists to choose better drugs with a historical background to reduce the cost of therapies and research projects.”
Alberto Magno di Bollst a.D. (1206-1280), scrisse il saggio “De Mineralibus”. L’opera è composta di cinque libri, di cui il primo e il secondo dedicati alle pietre, il terzo ed il quarto ai metalli e l’ultimo agli intermedi, intendendo con questo termine res naturales con le caratteristiche di entrambi. L’organizzazione del trattato è tipicamente da erbario medioevale, con minerali e rocce disposti in ordine alfabetico, seguiti dalle caratteristiche morfologiche, proprietà fisiche e luoghi di rinvenimento. Le credenze sui poteri magici e curativi di alcuni minerali e pietre arricchiscono, infine, il lapidario di Alberto Magno, aggiungendo così notizie sulle credenze dell’età medioevale.
Alberto Magno, De mineralibus et rebus metallicis libri quinque, 1569.
Georg Bauer (1494-1555), noto con il nome latinizzato di Georgius Agricola, è unanimemente riconosciuto come padre della mineralogia. I due saggi “De Natura Fossilium” (1546) e il “De Re Metallica” (1556) costituiscono il primo approccio scientifico completo a questa scienza.
Georgius Agricola, De re metallica, 1556.
Esistono viceversa culture che per millenni hanno trasmesso solo oralmente il proprio sapere. Ad esempio l’uso del cristallo di rocca come pietra riequilibrante si ritrova nelle tradizioni sciamaniche del Nord America, della Malacca e dell’Australia, dove risulta essere usato nel corso dei secoli; solo di recente la tradizione degli Indiani d’America è stata trascritta (“American Indian secrets of crystal healing” written by Blue Eagle) al fine di arginare un uso improprio da parte di terapeuti inesperti.
Tecniche contemplative dei cristalli e proprietà dei medesimi sono quasi identiche in tradizioni estremamente lontane geograficamente come quella dei nativi americani e quella dei buddisti tibetani.